Original I Machos picchiati si ribellano
SPAGNA, PIÙ DI 10 MILA UOMINI OGNI ANNO VENGONO MALTRATTATI DALLE MOGLI
I machos picchiati si ribellano
MADRID
Nella Spagna del femministicamente corretto premier socialista Zapatero, anche le donne picchiano (ed uccidono) i partner. I dati ufficiali forniti dalla Prefettura Governativa per la Violenza la dicono lunga su questa realtà che quasi mai compare sui media: nel 2006 gli uomini hanno sporto 10.801 denunce per maltrattamenti, un sesto di quelle presentate da mogli o conviventi. Non solo: nel 2005, secondo la Direzione Generale della Policia di Stato, i morti ammazzati dalla metà del cielo sono stati 15 (53 invece le partner fatte fuori dai machos, 68 nel 2006). «Ogni giorno, quattro maschi vanno in commissariato per querelare le loro compagne e spose per maltrattamenti», lamenta Juan Luis Rubio, presidente della combattiva Asociación de Padres de Familia Separados (Apfs), 22 mila iscritti. Ma il tema rimane tabú. «Molti mariti si vergognano soprattutto per la loro condizione maschile, per il machismo imperante nella società. É un fatto culturale. Pensano: rideranno di me», spiega Rubio. Il governo zapaterista, che sbandiera il suo essere in prima linea contro il terrificante «terrorismo» degli uomini sulle donne, snobba questa altra marea di maltratados. Come i media, a cominciare dall’iperfemminista e smaccatamente governativo tg statale. «Si tratta di casi marginali», ha tagliato corto Jesús Caldera, ministro del Lavoro ed Affari Sociali oltre che responsabile della politica anti-violenza. Ma c’è chi rompe il muro di silenzio. Il newsmagazine conservatore e cattolico Época è andato alla carica cannoneggiando: «Violenza domestica: quello che non si racconta, il femminismo radicale nasconde la cifra delle morti maschili per ragioni ideologiche». Anche sparuti maltratados, che peró non possono giovarsi di reti di solidarietà, Ong, psicologi, case protette e persino polizia specializzata nella loro protezione (come in vece accade per il gentil e manesco sesso), rompono la congiura del silenzio. «Ho paura che la mia ex venga dove lavoro e mi picchi come l’altra volta. Mi aspettó, si buttó contro la mia auto, mi aprí lo sportello, mi afferró mentre ero legato dalla cintura di sicurezza, mi morse le labbra e mi colpí», ammette Paco, 35 anni, impiegato in un’impresa di Madrid, da tre mesi separato da Pepa, 37 primavere, 4 anni di infelici (e manesche) nozze alle spalle. C’è una ragione che spiega la reticenza dei maltratados nelle denunce: la paura di perdere i figli dopo la separazione, perché i tribunali li affidano quasi sempre alla madre. É il caso di Manuel, 36 anni, ex sposo di Pilar, 38: «Ho sopportato di tutto, fino a quando mi sono accorto che mia moglie picchiava la mia bimba di 1 anno. Ho sporto denuncia non creduta, ottenuto il divorzio, ma la bimba, data dal giudice alla madre, non l’ho più vista».
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